ERO UN CANE DEL SUD…

“ERO UN CANE DEL SUD…..”

Quante persone conosciamo che, spinte da pietismo, dopo aver letto appelli strappalacrime ma totalmente privi di informazioni importantissime (se non fondamentali),hanno deciso di adottare a SCATOLA CHIUSA, un cane distante centinaia di km da loro?


 

ERO UN CANE DEL SUD... 1

Beh… sappiate che una buona parte di queste persone si rivolge a noi, quasi giornalmente, per rinunciare a quel tanto desiderato cane che avevano scelto tramite una foto sui social. Non vogliamo girarci troppo attorno.

Andando dritti al sodo possiamo solo affermare che la situazione sta diventando insostenibile per noi e per tantissimi altri canili del Nord ltalia.
I continui ingressi di cani arrivati da altre regioni, fatti adottare con superficialità, senza alcun controllo, senza tenere conto delle esigenze etologiche di determinate razze…. (cani adulti, con caratteristiche tipiche che li vedrebbero meglio magari come figli unici, buttati in case con altri animali, senza inserimenti graduali e prove di compatibilità.. cani che troppo spesso, una volta tolti dal loro territorio, vengono dimenticati da chi avrebbe dovuto ‘salvarli’) ci stanno portando al collasso.
Perché non è spostando il problema da una regione all’altra che si risolvono le cose, non è togliendosi il problema da casa propria che si fa’ il bene di questi cani. Forse non saranno tante le persone che la pensano come noi… ma per vivere 10/12 anni rinchiuso in box …meglio vivere meno…ma LIBERO. Perché la libertà è un bene troppo prezioso per barattarlo con un tetto ed un divano, se poi sei morto dentro… Questo modus operandi, inoltre, rende vano il lavoro di tantissime volontarie che operano sul territorio con coscienza e capacità. Questa transumanza di cani, di cui troppo spesso si perdono anche le tracce, non è la soluzione al randagismo.
E’ SEMPLICEMENTE SPOSTARE IL PROBLEMA ALTROVE.

 

Sarebbe bello avere una soluzione al problema, ma la prima cosa che deve cambiare è la mentalità di chi si occupa di queste creature. Cercate di capire chi avete davanti, non dovete ad ogni costo decidere voi cosa è meglio per loro. Troppo spesso quello che riteniamo salvarli per loro significa condanna.
Nelle foto potete vedere Raul, Sonny e Willie: partiti per un viaggio senza ritorno. Doveva attenderli la felicità, invece per loro si sono solamente aperte le porte di un canile di un’altra città. Sono molti i nostri ospiti che fanno parte di questa cerchia, quella cerchia che potremmo tranquillamente definire dei cani “pacco“. Presi, imbustati e spediti a centinaia di km di distanza da quella che, magari, fino al giorno prima era stata la loro casa, Il loro luogo sicuro (seppur fitto di pericoli). Caricati su di un furgone, in mezzo ad altre decine di cani e gatti impauriti, disorientati e che dopo un viaggio di svariate ore si ritrovano tra le braccia di perfetti sconosciuti, in un ambiente mai visto, con odori e suoni mai percepiti prima.
Ci sono cani che reagiscono positivamente al cambiamento, per una personale capacità di adattamento superiore ad altri , ma tanti no, non aERO UN CANE DEL SUD... 2ccetteranno MAI di avere perso la libertà, mai si adatteranno all’essere umano e al contesto urbano.
Nella migliore delle ipotesi condurranno una vita orribile, una prigione interiore che li porterà ad esistere ma non a vivere. Cani che perderanno la loro libertà in nome di un animalismo ‘malato’ che non tiene più conto delle esigenze (quelle VERE) di un cane.
Perché a noi fa male vedere arrivare in canile anime devastate da una vita che altri hanno scelto per loro e che non hanno mai accettato, alcuni addirittura sotto psicofarmaci. Perché non glielo sappiamo spiegare che sono dei condannati a vita senza aver commesso nessun reato, che la loro gestione in canile è difficile, che più di così non possiamo fare per loro. Ed ecco che ogni santo giorno aspettano i loro 10 minuti di libertà ad annusare sempre le stesse tracce, ad affrontare sempre gli stessi percorsi, per poi aspettare la sera e lasciarsi andare ai sogni e ai ricordi di una vita dove magari facevi fatica a mangiare ogni giorno, dove magari trovare un riparo da freddo e pioggia era un impresa quotidiana, ma ti sentivi VIVO E LIBERO.

E poi ciERO UN CANE DEL SUD... 3 sono i nostri giorni NO.. sono quei giorni in cui ti fai schifo, perché pensi che la morte per loro sia l’unico modo per tornare ad essere liberi. E quando ti rendi conto di cosa hai appena pensato, ti senti il peso di un mondo sbagliato addosso. Sonny, Raul, Dream, AxelCat, Willie, Paco: cani diversi e storie diverse. Tutte però iniziate nello stesso modo con un viaggio su un furgone. Alcuni di loro, forse, qualche possibilità in più di trovare una casa possono averla, ma la libertà e la dignità che hanno perso in questi anni, nessuno gliela ridarà MAI indietro. E quando, per l’ennesima volta, ci troveremo faccia a faccia con la morte di uno di questi cani, quello che ci passerà subito per la testa è che adesso nessuno potrà più decidere per lui, adesso potrà assaporare la sua amata libertà.

In ricordo dei nostri carini amici cani del Sud.

QUI  e QUI vi linkiamo alcuni articoli di Kodami sull’argomento
Per info:
010 8979374
adozioni@unaonlusgenova.org
info@unaonlusgenova.org

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